Ecco che cosa avrebbe esclamato Juno questa notte, se avesse potuto parlare. Ma… un momento. Chi è Juno? E che cosa c’entra Giove?
Non stiamo parlando di temerari astronauti, ma di una coraggiosa sonda spaziale che, dopo un viaggio durato 5 anni, ha raggiunto l’orbita del pianeta Giove, il “gigante gassoso” del nostro Sistema Solare, e si è lasciata “catturare” al termine di una delicatissima manovra di avvicinamento che ci ha lasciato con il fiato sospeso fino all’ultimo istante.
In questo modo Juno ha raggiunto un punto di vista privilegiato per osservare “da vicino” le particolarità di questo pianeta, per molti aspetti ancora misterioso. Per tutta la durata della missione (circa un anno) invierà a Terra i suoi dati, dandoci così un identikit del pianeta che non ha precedenti.
Il pezzo forte di questa osservazione riguarderà l’incredibile campo magnetico gioviano (circa 10 volte più intenso di quello terrestre) responsabile di violentissime e spettacolari aurore, di cui vedremo (si spera) le immagini scattate in prima fila dalla sonda.
Il contributo italiano
Anche l’Italia ha collaborato attivamente ai preparativi di questa importante missione esplorativa.
Due degli strumenti a bordo sono infatti “nostri” e avranno il compito di indagare su quanto accade nelle condizioni a dir poco estreme dell’ambiente che circonda il pianeta, alla scoperta dei segreti che ancora nasconde.
Il contributo italiano alla conoscenza di Giove è iniziato in realtà molto prima, dalla Terra, grazie al talento e alla curiosità di un grande scienziato. Vi dice niente il nome di Galileo Galilei? Fu lui, nel 1610, a puntare lo sguardo verso Giove e dintorni… soprattutto “dintorni”, poiché con il suo telescopio fu il primo a notare la presenza di quattro piccole “lune” nelle sue vicinanze. Erano i satelliti medicei, chiamati così in onore di Cosimo II de’ Medici, all’epoca granduca di Toscana. Da allora, la curiosità nei confronti del gigante gassoso ci ha portato a osare sempre di più, fino ad arrivare a oggi, vicini come non lo siamo mai stati grazie agli “occhi” speciali di Juno!
In onore di Galileo, Juno ha aggiunto ai suoi “bagagli” anche una placca commemorativa che riproduce il manoscritto in cui i satelliti di Giove furono descritti per la prima volta… ma non solo! Poiché i nostri scienziati, in fondo, sono dei giocherelloni e non rinunciano mai a divertirsi, a bordo di Juno hanno caricato anche tre “viaggiatori” d’eccezione: tre pupazzetti Lego che raffigurano proprio Galileo, insieme alle divinità mitologiche Giove e Giunone (a cui si deve il nome della sonda). Quale equipaggio più indicato?
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