Anche nello spazio più profondo c’è chi pasteggia allegramente “nutrendosi” di tutto ciò che gli capita a tiro. Indovinate di chi, anzi di cosa stiamo parlando? Quali sono gli oggetti più voraci dell’universo? 100 punti a chi ha pensato ai buchi neri.
Niente e nessuno può osservarli da troppo vicino, poiché verrebbe irrimediabilmente inghiottito al loro interno e, una volta dentro, non avrebbe più alcuna speranza di ritorno. Nemmeno la luce, che possiede la velocità più alta di qualunque altra cosa, riesce a sfuggire a questa “attrazione fatale”. Ecco perché i buchi neri si chiamano così: ogni cosa che finisca nelle sue vicinanze “scompare”, come se cadesse in un buco, che è “nero” perché non si vede.
Gli astronomi ritengono probabile che al centro di molte galassie, incluse la nostra, si trovi uno di questi “aspirapolvere spaziali”.
A questo proposito è stata documentata una bizzarra attività al centro della piccola galassia NGC 5195 (nella foto). In seguito a un lauto banchetto a base di stelle, il buco nero situato nella sua regione centrale avrebbe “digerito”… con tanto di ruttino!
Fa un po’ ridere, eppure il paragone è proprio adatto, perché ciò che si è osservato è stata l’emissione di due potenti scariche di raggi X avvenute poco dopo il “pasto”. A rivelarlo è stato il telescopio Chandra, un potente telescopio a raggi X messo in orbita dalla NASA nel 1999. A differenza dei telescopi tradizionali, Chandra può vedere ciò che… non si vede; così, con i suoi speciali “occhiali” è riuscito a catturare questo insolito evento.
Ora abbiamo quindi le prove che anche i buchi neri possono avere una digestione “impegnativa”; che altro aggiungere se non… “Salute!”
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