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Strane cose che accadono in montagna

In questa strana estate, dove il maltempo ce la mette tutta per tenerci lontano dalle spiagge, molti hanno optato per la montagna. Per gli amanti della natura e dell’escursionismo la montagna è ben più di un’alternativa al mare. Anche una semplice passeggiata nel bosco offre infatti l’occasione per un “faccia a faccia” con flora e fauna del tutto insolita, almeno per chi è abituato alla vita cittadina. Che ne dite per esempio di questi fiori fotografati da Spinny durante le sue ultime escursioni montane? C’è anche lei, la regina delle montagne: la stella alpina! La riconoscete?
Fiori di montagna
E poi ci sono le cime innevate, i sentieri rocciosi, i torrenti, le cascate… panorami da togliere il fiato. E non è solo un modo di dire, perché la montagna il fiato lo toglie davvero! Vi siete accorti che camminando in alta quota viene facilmente il fiatone? Oppure, in auto lungo le strade montane, vi è capitato di sentirvi improvvisamente le orecchie “tappate”? Beh, queste sono solo alcune delle strane cose che possono accadere in montagna, e che si possono ricondurre a un importante fenomeno naturale.
Man mano che si sale di quota, la pressione atmosferica diminuisce progressivamente. Cosa vuol dire? In pratica, il volume dell’aria che si trova al di sopra di noi si riduce e “preme” con meno forza sulle nostre teste. Una diretta conseguenza di questo è che anche la quantità di ossigeno che contiene si riduce in proporzione; ce ne accorgiamo perché il respiro diventa via via più affannoso e il cuore batte più rapidamente, soprattutto se siamo un po’ fuori allenamento. scalata
Un altro effetto poco piacevole è quello che sperimentiamo spesso salendo rapidamente di quota, per esempio in auto (ma succede anche in aereo). Può accadere che l’aria che si trova all’interno delle nostre orecchie si “ricordi” della pressione presente al livello del mare e la differenza rispetto alla pressione esterna, che sta diminuendo velocemente, crei un fastidioso “tappo” che attutisce l’udito. Per ripristinare l’equilibrio tra la pressione fuori e dentro alle orecchie possiamo allora provare a sbadigliare o a deglutire. Di solito funziona ;-)
Il calo della pressione atmosferica all’aumentare dell’altezza ha anche altre conseguenze e alcune di queste sono davvero bizzarre.
Per esempio, lo sapevate che in montagna l’acqua bolle prima? Normalmente, l’acqua bolle quando la temperatura raggiunge i 100 gradi centigradi; quello è il momento di buttare i maccheroni! Finché siamo in pianura tutto andrà come previsto e la pasta si cuocerà a puntino; provate però a farlo a 4000 metri di altezza! L’acqua inizierà a bollire a temperature più basse (dai 90 agli 80°C, in base all’altezza) e la pasta cuocerà così lentamente che si trasformerà in una poltiglia tutt’altro che appetitosa.

Questo non significa che chi abita in alta montagna debba rinunciare alla pastasciutta: basta usare la pentola a pressione. Questa pentola portentosa, che probabilmente avrete in casa, basa il suo funzionamento proprio sull’influenza della pressione sulla temperatura dei liquidi; il suo meccanismo di chiusura impedisce al vapore di fuoriuscire e crea un rapido innalzamento della pressione interna che, a sua volta, provoca l’aumento della temperatura dell’acqua e la porta a valori adeguati per la cottura della pasta.
Grazie a questo principio, la pentola a pressione riduce notevolmente i tempi di preparazione di tantissime pietanze che normalmente richiederebbero ore di cottura, come i legumi, gli arrosti o la polenta.


Photo credit:
Daniela Alvisi
Marco Monetti / Foter / Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-ND 2.0)


R come ragno

I ragni sono animaletti molto affascinanti. Appartengono alla classe degli Aracnidi, di cui fanno parte anche gli scorpioni, le pulci e le zecche. Mentre gli insetti hanno 6 zampe, i ragni ne hanno 8.
Vicino alla bocca hanno anche particolari strutture dette cheliceri che servono a catturare le prede o iniettare un veleno.
Il numero 8 deve piacere molto ai ragni, perché di solito hanno anche 8 occhi! Sì, avete letto bene: 4 paia di occhi che possono essere disposti in modo diverso, in fila o in cerchio. Alcune specie ne hanno due molto grandi, che permettono di vedere bene al buio.
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E come sicuramente sapete, molte specie di ragni fanno… la ragnatela! Si tratta di una struttura formata con la seta, prodotta dal ragno stesso con particolari ghiandole. Esistono ragnatele di diverso tipo e forma, che formano trappole appiccicose per le prede.
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Una recente scoperta ha rivelato che i ragni “accordano” i fili delle loro ragnatele come se fossero le corde di una chitarra: in base alla frequenza possono così sapere se hanno catturato una preda o se ad avvicinarsi è un potenziale compagno con cui riprodursi!
Ecco un video che spiega questa interessante scoperta: l’audio è in inglese, ma non è necessario saperlo bene per capire di cosa si sta parlando!

Photo credit
ragnatela: Images by John ‘K’ / photo on flickr
ragno: e_monk / photo on flickr

Che caldo!

Che cosa succede quando sentiamo caldo?
caldo

Gli esseri umani, come gli uccelli e gli altri mammiferi, sono animali endotermi, cioè con una regolazione interna della temperatura corporea. I processi che avvengono nel nostro corpo producono continuamente calore, che deve essere disperso. La temperatura ideale del nostro corpo è intorno ai 36-37 °C.
Quando la temperatura esterna è molto elevata, sentiamo caldo perché i meccanismi di dispersione del calore “faticano”. Ma quali sono questi meccanismi? Se pensate a cosa provate in una giornata estiva, avete la risposta: quando fa caldo… si suda!
Il sudore, che viene prodotto dalle ghiandole sudoripare, quando arriva sulla superficie della pelle evapora disperdendo calore.
Quando c’è il cosiddetto caldo-umido la sensazione di fastidio è maggiore perché l’elevata umidità rallenta il processo di sudorazione e quindi il corpo si raffredda meno.

Il sudore è formato da acqua, sostanze organiche e sali minerali. In un giorno, un essere umano adulto può produrne da mezzo litro fino addirittura a 10 litri!
Le ghiandole sudoripare sono sparse sulla nostra pelle, ma in alcune zone ce ne sono più: ascelle, palmo delle mani, pianta dei piedi e zona intorno ai genitali.

Curiosità: sai perché si dice “canicola” per indicare un caldo torrido come quello estivo? In latino, “canicula” vuol dire piccolo cane ed era un termine usato per indicare Sirio, la stella più luminosa della costellazione del Cane Maggiore, che da fine luglio a fine agosto sorge e tramonta con il Sole.
E a proposito di cani: loro disperdono calore ansimando, cioè facendo passare aria sulla lingua umida per far evaporare la saliva.
800px-2008-08-21_White_German_Shepherd_portrait_1

Gli animali usano diversi sistemi per evitare il caldo eccessivo. Alcuni usano strategie comportamentali, per esempio cercano rifugio sottoterra o in tane fresche, uscendo solo dopo il tramonto per cercare cibo. Altri hanno dei “ventilatori” naturali: l’elefante per esempio, usa le sue enormi orecchie per disperdere il calore, sventolandole e sfruttando la dispersione di calore attraverso i vasi sanguigni. Anche le orecchie del fennec, o volpe del deserto, hanno la stessa funzione.

Fennecus_dormiens

Photo credit: neko/Wikimedia – Ildar Sagdejev/Wikimedia

Giornata Mondiale dell’Ambiente

Oggi, 5 giugno, è la Giornata Mondiale dell’Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite per sensibilizzare tutti gli abitanti della Terra verso azioni concrete per la salvaguardia dell’ambiente.

Ispirandoci al sito dell’Unep, (United Nations Environment Programme), riportiamo alcuni suggerimenti per azioni personali, che ognuno di noi può fare e promuovere in famiglia e tra gli amici. Fatelo anche voi, amici di CheScienza!

A come… Alternative: trova nuovi sistemi per ridurre l’uso di carta e plastica e gli sprechi. Per esempio, hai mai pensato di usare una stoffa o una vecchia carta geografica che non usi più come “carta” da regalo?

I come… Informati: cerca sul web le iniziative locali, le associazioni, i modi per aiutare l’ambiente a casa, a scuola, nella tua vita di tutti i giorni!

P come… Porta con te una borsa di stoffa o di materiale riciclato quando vai a fare la spesa. Non usare sacchetti di plastica!

R come… Riduci, riusa, ricicla! Riduci la tua impronta di CO2 (il principale gas serra che contribuisce al surriscaldamento atmosferico): vai a piedi o in bici, usa il carpooling! Riduci gli sprechi e i rifiuti! Riutilizza e ricicla le cose anziché buttarle.

IMG_9095

T come Tartaruga

Oggi, 23 maggio, è la Giornata Mondiale delle Tartarughe!

Le tartarughe sono rettili, come i serpenti, le lucertole e i coccodrilli ma appartengono a un ordine diverso, quello dei Testudines o Chelonia.
Comprendono specie terrestri, di acqua dolce e marine.

La loro caratteristica principale è la presenza di un guscio che protegge il corpo. La parte superiore si chiama carapace, quella inferiore piastrone.


Tartarughe terrestri
: le più famose sono Testudo hermanni, Testudo graeca e le testuggini giganti delle Galapagos. Sono vegetariane. 800px-Giant_turtle_in_Galapagos_islands

Tartarughe palustri: ne è un esempio la Emys orbicularis (tartaruga palustre europea), un rettile carnivoro che mangia crostacei, girini, insetti, lumache e altri piccoli animali acquatici.
Emys_orbicularis_Tajba
Tartarughe marine: hanno le zampe a forma di “pagaia” per nuotare, e vivono sempre in mare tranne che per la riproduzione. Le femmine tornano a deporre le uova sulle spiagge dove sono nate e i piccoli nascono in nidi scavati sotto alla sabbia. Sono animali molto vulnerabili che subiscono gli effetti dell’inquinamento e delle attività umane.
Se vedete un sacchetto di plastica in mare, raccoglietelo subito: una tartaruga potrebbe scambiarlo per una medusa, mangiarlo e morire.
Loggerhead_Sea_Turtle

E non comprate oggetti o souvenir fatti con il gusci delle tartarughe: contribuireste alle uccisioni illegali di questi animali, ancora oggi troppo diffuse!

Photo credit: da Wikimedia
tartaruga gigante: Di macraegi (Flickr: Quito & Galapagos 24 Apr – 6th May 2008)

Dare i numeri con il cubo di Rubik (IV e ultima parte!)

Oggi, la giornata in cui anche Google ci ha ricordato il 40° compleanno del nostro mitico cubo, ci è sembrata quella adatta per chiudere la nostra rassegna sulla sua risoluzione.
Dove eravamo rimasti?
Primo strato? Fatto!
Secondo strato? Fatto!
Terzo strato? Lo avevamo iniziato, giungendo a costruire il cosiddetto “pavimento giallo”: ricordate?
Manca quindi l’ultima importantissima operazione: sistemare angoli e spigoli, dopodiché avremo finalmente la meglio sul rompicapo. Ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo… il cubo, quindi basta chiacchiere e partiamo!

Anche questa volta procediamo per obiettivi

Obiettivo 1: sistemare gli ANGOLI, ovvero portarci in questa situazione:

cubo_angoli_ok
La prima cosa da fare è contare gli angoli fuori posto, dopodiché dovremo capire in che verso vanno spostati per metterli a posto.

* Dobbiamo sistemare TRE angoli?
Cerchiamo di capire, osservando i colori, in che senso dovrebbero ruotare per andare a posto.
Se il senso è quello orario useremo questo schema:
Schema 1.

Ruota verso il bassoRuota la colonna destra
verso il basso
Ruota in senso orarioRuota tutta la faccia
in senso orario
Ruota verso il bassoRuota la colonna destra
verso il basso
Ruota la faccia posteriore verso sinistraRuota la faccia posteriore verso sinistra
Ruota la faccia posteriore verso sinistraRuota la faccia posteriore verso sinistra Ruota verso l'altoRuota la colonna destra
verso l’alto
Ruota in senso antiorarioRuota tutta la faccia
in senso antiorario
Ruota verso il bassoRuota la colonna destra
verso il basso
Ruota la faccia posteriore verso sinistraRuota la faccia posteriore verso sinistra Ruota la faccia posteriore verso sinistraRuota la faccia posteriore verso sinistra Ruota verso l'altoRuota la colonna destra
verso l’alto
Ruota verso l'altoRuota la colonna destra
verso l’alto

Se il senso è quello antiorario, useremo uno schema simile ma non uguale. In pratica sarebbe quello precedente visto allo specchio:
Schema 2.

Ruota verso il bassoRuota la colonna sinistra verso il basso Ruota in senso antiorarioRuota tutta la faccia
in senso antiorario
Ruota verso il bassoRuota la colonna sinistra verso il basso Ruota la faccia posteriore verso destraRuota la faccia posteriore verso destra
Ruota la faccia posteriore verso destraRuota la faccia posteriore verso destra Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra verso l’alto Ruota in senso orarioRuota tutta la faccia
in senso orario
Ruota verso il bassoRuota la colonna sinistra verso il basso
Ruota la faccia posteriore verso destraRuota la faccia posteriore verso destra Ruota la faccia posteriore verso destraRuota la faccia posteriore verso destra Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra verso l’alto Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra verso l’alto

* Dobbiamo sistemare DUE angoli?
Possiamo trovarci in due casi:

a. I due angoli si trovano sulla stessa faccia.
Questa situazione può facilmente ricondurci a uno dei due casi precedenti. Basterà ripetere una o più volte questa mossa:
mossa_a

b. I due angoli si trovano uno opposto all’altro.
In questo caso si applica lo Schema 2.


Obiettivo 2: sistemare gli SPIGOLI
Contiamo gli spigoli fuori posto, dopodiché dovremo capire in che verso dovrebbero spostarsi per mettersi a posto.

* Dobbiamo sistemare TRE spigoli?
Cerchiamo di capire, osservando i colori, in che senso dovrebbero ruotare per andare a posto.
* Se il senso è quello orario useremo la combinazione di due schemi:
Schema 3.

Ruota verso l'altoRuota la colonna destra
verso l’alto
Ruota in senso orarioRuota lo strato alto
verso sinistra
Ruota verso il bassoRuota la colonna destra
verso il basso
Ruota in senso orarioRuota lo strato alto
verso sinistra
Ruota verso l'altoRuota la colonna destra
verso l’alto
Ruota in senso orarioRuota lo strato alto
verso sinistra
Ruota in senso orarioRuota lo strato alto
verso sinistra
Ruota verso il bassoRuota la colonna destra
verso il basso

Ora, ruotiamo tutto il cubo di 90° verso destra e applichiamo quest’altro schema (che è il precedente visto allo specchio):
Schema 4.

Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra
verso l’alto
Ruota in senso antiorarioRuota lo strato alto
verso destra
Ruota verso il bassoRuota la colonna sinistra
verso il basso
Ruota in senso antiorarioRuota lo strato alto
verso destra
Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra
verso l’alto
Ruota in senso antiorarioRuota lo strato alto
verso destra
Ruota in senso antiorarioRuota lo strato alto
verso destra
Ruota verso il bassoRuota la colonna sinistra
verso il basso

* Se il senso è quello antiorario usiamo sempre i due schemi precedenti, ma invertiamo l’ordine:
Prima lo Schema 4.
Poi ruotiamo tutto il cubo di 90° verso sinistra
Infine applichiamo lo Schema 3.


* Ultimo caso che può presentarsi: gli spigoli da sistemare sono 4
In questo caso basterà applicare in fila gli schemi 3 e 4 finché non ricadremo in uno dei due casi sopra (cioè 3 spigoli da sistemare, o in senso orario o in senso antiorario).


Bene, ora sapete tutti gli schemi da usare per debellare lo spauracchio del cubo, o meglio gli algoritmi. Presto un nuovo articolo vi spiegherà tutto su cosa sono gli algoritmi e in quali ambiti si utilizzano.
A presto!!!

Dare i numeri con il cubo di Rubik (III parte: la penultima!)

Dopo aver risolto il primo e il secondo strato del cubo di Rubik… inizia il bello! Il terzo strato, infatti, è il più antipatico: richiede diversi passaggi ed è importante mantenere la concentrazione… e la calma!

Il nostro consiglio è porsi degli obiettivi intermedi; in questo modo, se qualcosa non va non dovremo ricominciare daccapo, ma dall’ultimo passaggio “giusto”.
Ciascun obiettivo richiede attenzione e un certo impegno. Li affronteremo un po’ alla volta: i primi due in questo articolo e i restanti nel prossimo., che sarà (finalmente) l’ultimo!

OBIETTIVO 1: “la croce gialla”.

Chi ha seguito passo dopo passo la nostra guida è partito completando la faccia bianca. Giunti a questo punto, quindi, l’attenzione si concentrerà su quella opposta, corrispondente al colore GIALLO. Come procedere per completarla?
Il metodo migliore è partire con la “croce” costituita dal cubetto centrale e da quelli adiacenti, come si vede nella foto a lato.

La croce gialla

Per riuscirci esiste una sequenza di passaggi ben precisa. Va applicata ripetutamente finché la croce non si comporrà.
Un consiglio: prima di eseguire lo schema, giriamo sempre il cubo in modo da avere almeno un quadretto giallo sulla faccia che abbiamo di fronte: deve essere al centro della fila superiore. Cerchiamo, per esempio, di porci in uno di questi casi (anche per le successive ripetizioni):

croce

Può darsi che oltre alla croce si sistemi “magicamente” anche uno degli angoli. Non importa: la croce sarà comunque completa e questo per ora ci basterà. Avanti, allora, si comincia!

Ruota verso il bassoRuota la colonna destra verso il basso Ruota in senso antiorario
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota in senso antiorario
Ruota tutta la faccia in senso antiorario
Ruota in senso orarioRuota lo strato alto verso sinistra Ruota in senso orario
Ruota tutta la faccia in senso orario
Ruota verso l'alto
Ruota la colonna destra verso l’alto

OBIETTIVO 2: “il pavimento giallo”.

Ora che la croce è fatta dobbiamo completare la faccia e farla diventare interamente gialla, come nella foto a fianco. i quadretti da sistemare non sono tanti, ma richiederanno tutta la vostra pazienza. Gli schemi da seguire, infatti, sono DUE. A volte basta eseguire il primo; altre volte solo il secondo; altre ancora… entrambi! Come capire la “formula giusta”?

Il pavimento giallo

Osserviamo la faccia gialla: quanti sono gli angoli rimasti da sistemare?
Al massimo possono essere quattro. Diciamo “al massimo” perché durante la costruzione della croce, qualche angolo potrebbe essersi sistemato da solo: a seconda che gli angoli da posizionare siano 2, 3 o 4 decideremo le nostre mosse!


- 4 angoli da sistemare
Giriamo il cubo, in modo che sulla fila superiore della faccia che abbiamo di fronte non ci sia nessun quadretto giallo, oppure UNO SOLO posizionato in questo modo:

face3

Quindi, applichiamo lo schema seguente (SCHEMA 1) due volte consecutive.

SCHEMA 1

Ruota verso l'altoRuota la colonna destra verso l’alto Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna destra verso il basso
Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso l'altoRuota la colonna destra verso l’alto Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna destra verso il basso

Se al termine del procedimento il pavimento non si è completato, contiamo gli angoli rimasti da sistemare e cerchiamo il caso corrispondente tra quelli elencati sotto.


- 3 angoli da sistemare e ci troviamo in un caso come questo:
3spigoli1

Lo schema da usare è ancora lo SCHEMA 1. Applichiamolo una volta. Se il pavimento non si completa, ricontiamo gli angoli da sistemare e seguiamo le istruzioni del caso corrispondente.


3 angoli da sistemare e ci troviamo in un caso come questo:
3spigoli2

Cambiamo schema! Ne useremo un altro (SCHEMA 2) che non è altro che quello precedente “visto allo specchio”. Applichiamolo una volta sola.

SCHEMA 2

Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra verso l’alto Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna sinistra verso il basso
Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra verso l’alto Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna sinistra verso il basso

Se il pavimento non si è completato, ricontiamo gli angoli da sistemare e seguiamo le istruzioni del caso corrispondente.


- 2 angoli da sistemare

In questo caso dobbiamo applicare entrambi gli schemi, alternandoli l’uno all’altro finché il pavimento è completo.
Prima però giriamo il cubo, in modo che sulla fila superiore ci siano due quadretti gialli posizionati in questo modo:
caso 1
oppure uno solo posizionato in questo modo:
face2

Si inizia dallo SCHEMA 1:

Ruota verso l'altoRuota la colonna destra verso l’alto Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna destra verso il basso
Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso l'altoRuota la colonna destra verso l’alto Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso sinistra
Ruota lo strato alto verso sinistra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna destra verso il basso

… e si continua con lo SCHEMA 2:

Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra verso l’alto Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna sinistra verso il basso
Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso l'altoRuota la colonna sinistra verso l’alto Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso destra
Ruota lo strato alto verso destra
Ruota verso il basso
Ruota la colonna sinistra verso il basso

Ripetiamo la sequenza SCHEMA 1-SCHEMA 2 finché il pavimento non è completo.


Siamo giunti a questo punto e ancora non ce l’abbiamo fatta? Niente paura, capita spesso. Osserviamo il cubo; se sulla faccia gialla vediamo ancora la croce, riprendiamo l’obiettivo 1 dall’inizio e ricominciamo.
Se la croce non c’è più… ahimè, ci toccherà ricominciare daccapo!

Quando il pavimento giallo sarà finalmente completo… saremo pronti per l’ultima sfida: quella che ci porterà ad avere la meglio sul cubo. Ne parleremo nel prossimo articolo, l’ultimo di questa “cheGuida”.

Voi, nel frattempo, continuate a seguirci e fateci sapere i vostri progressi di gioco!

I cetacei

I cetacei sono mammiferi marini.
Non respirano con le branchie, ma con i polmoni. Quindi, per respirare, devono “uscire” dall’acqua e trovare l’aria. Ecco perché hanno quel buco sopra alla testa, lo sfiatatoio.
E quando si riproducono, partoriscono i cuccioli e li allattano, come tutti gli altri mammiferi.

Si suddividono in due gruppi, i cetacei “con i fanoni” e i cetacei “con i denti”.

balenottera

I primi si chiamano Misticeti e comprendono le balene e le balenottere. I fanoni sono delle strutture presenti nella bocca che funzionano come dei colini, cioè filtrano l’acqua in modo che l’animale possa ingoiare i piccoli animaletti che galleggiano in mare. Le enormi balene, infatti, che sono gli animali più grandi del mondo, mangiano animali piccolissimi, come quelli che formano il cosiddetto krill: minuscoli crostacei, simili ai gamberetti.

I cetacei con i denti, o Odontoceti, comprendono i delfini, le orche, i capodogli. Si nutrono di pesci, molluschi e a volte, come nel caso delle orche, di grandi prede come altri cetacei, foche o pinguini. I delfini e altri odontoceti hanno un’interessante particolarità: vedono… con i suoni! Per saperne di più su questo sistema, che si chiama biosonar, clicca qui.
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Per saperne di più sui delfini puoi scaricare questo simpatico libretto, scritto e disegnato da un biologo marino che li conosce molto, molto bene!

Ti piacerebbe vedere balenottere e delfini in mare? Vai subito al nostro articolo sul whale watching!

Photo credit:
orca: Chiara Abbate / Foter / CC BY-NC-ND
balenottera: www.whalewatchliguria.it

Vedere con i suoni

Il biosonar è un sistema usato da alcuni animali, come i pipistrelli e i delfini, per “vedere con i suoni”. Funziona così: gli animali emettono dei suoni speciali e le onde sonore colpiscono gli ostacoli ritornando indietro come un’eco (per questo motivo, il biosonar è noto anche come “ecolocalizzazione”).

Un delfino, per esempio, mandando i suoi click nell’acqua mentre nuota, colpisce con le onde sonore le possibili prede e il suo cervello, con l’eco di ritorno, forma delle immagini analoghe a quelle che si formano quando sono gli occhi a vedere.

Per noi è un po’ difficile immaginare queste immagini sonore. Qui c’è un’animazione molto utile con cui potrete immedesimarvi un po’ nei delfini o nei pipistrelli.
I testi sono in inglese.

Il whale watching

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Si chiama whale watching, cioè “guardare i cetacei” ed è un’attività bellissima che si svolge in mare, a bordo di apposite imbarcazioni. Chiunque può partecipare, e di solito a bordo ci sono dei biologi che spiegano quello che si osserva e sono pronti a rispondere a tutte le domande.
In molti paesi il whale watching è da anni un’attività turistica molto importante. Da qualche anno, anche nei mari italiani si sono diffuse iniziative di questo genere. A questi link, per esempio, si trovano tutte le informazioni per programmare una splendida giornata di whalewatching nel Mar Ligure!

www.whalewatchimperia.it

www.whalewatchgenova.it/

http://www.whalewatchliguria.it/turismo/

 

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Photo credit: www.whalewatchliguria.it