Dicembre è arrivato, e con lui… l’aria di Natale! Si iniziano a vedere in giro le luminarie, le decorazioni, le idee per i regali e le piante tipiche di questo periodo.
La prima di cui parliamo è la Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima). È una pianta tropicale, originaria dell’America Centrale, in particolare del Messico, ed era utilizzata dall’antica popolazione degli Aztechi per fare un colorante rosso per abiti e cosmetici.
I fiori della stella di Natale sono piccoli e gialli. Le grandi “stelle” rosse sono foglie modificate (attenzione: sono velenose, quindi vanno tenute lontane dagli animali domestici che potrebbero mordicchiarle!). In natura, il rosso di queste foglie attira gli insetti impollinatori. È legata al Natale per via di una leggenda: si narra che una bambina messicana, Pepita, non avesse nulla da portare come dono a Gesù Bambino alla celebrazione della vigilia di Natale. Il suo cuginetto Pedro le suggerì allora di raccogliere dei fiori e lei ne prese alcuni dal ciglio della strada, vergognandosi un po’ di portare in chiesa un dono così povero. Ma appena li appoggiò davanti al presepe, i rametti si trasformarono in splendide foglie rosse! Si dice che il suo colore rappresenti il sangue di Cristo, ma anche che la forma simboleggi la “stella di Betlemme” che guidò i magi verso il luogo dove era nato il Bambino.
Un’altra tipica pianta natalizia è l’agrifoglio o pungitopo (Ilex aquifolium), con le caratteristiche foglie dal margine spinoso e le bacche rosse (attenzione: sono velenose!). I rami usati come decorazioni provengono da un arbusto che può essere alto anche 10 metri e che cresce spontaneo anche in Italia. Si dice che sia una pianta “magica” che nel passato era usata per scacciare i demoni e portare fortuna. Quando si iniziò a festeggiare il Natale al posto delle antiche feste pagane che celebravano il solstizio d’inverno (ne parleremo il 21 dicembre!), la pianta fu tenuta come simbolo della corona di spine di Gesù.
E per finire, il vischio (Viscum album). Si tratta di una pianta parassita, che si attacca cioè a un’altra pianta (per esempio un albero come un noce o una quercia) per “rubarle” il nutrimento. I rami del vischio hanno foglie lunghe e bacche rotonde lucide, bianche o giallastre (attenzione: anche queste sono velenose!). Gli antichi Celti lo consideravano sacro, perché pensavano tenesse lontane le malattie e celebravano la tregua durante le guerre incontrandosi sotto una pianta di vischio. Da questo deriva il suo uso come simbolo di buon augurio nel periodo di Natale e di Capodanno, quando si usa scambiarsi baci “sotto il vischio”!
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