Carnevale è appena passato, eppure c’è chi ha ancora voglia di indossare bizzarri “travestimenti”. Nulla di strano, se non stessimo parlando di un pianeta, Marte per la precisione. Osservando la sua atmosfera, infatti, non si può fare a meno di notare dei curiosi “pennacchi“, alti fino a 250 chilometri! I primi ad accorgersi del fenomeno, già nel 2012, furono degli astrofili, appassionati di astronomia
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La giornata di ieri, 5 dicembre 2014, è stata un’altra memorabile data per la storia dell’esplorazione spaziale. Tre anni fa, dopo l’ultima missione dello Space Shuttle, sulla piattaforma di lancio di Cape Canaveral non era più tornata una navicella spaziale per equipaggio; questo fino a ieri, con il lancio della navetta Orion. Chi c’era a bordo? Nessuno… per ora! Era un lancio di prova,
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Sono passati pochi minuti dal lancio della missione spaziale Futura, e noi di CheScienza, come tantissimi altri, eravamo appiccicati agli schermi a seguire impazienti la diretta. Un lancio nello spazio è sempre emozionante, ma per noi italiani (e italiane, dobbiamo sottolinearlo) questo è stato davvero speciale, perché a bordo della navetta Soyuz, partita alle 22:01 ora italiana, c’era anche il capitano Samantha Cristoforetti, la
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I nostri CheLab presso il San Marino Comics 2014. Clicca sulla foto qua sotto per iniziare il tour fotografico! © Copyright 2014 CheScienza – Tutti i diritti riservati
In questa strana estate, dove il maltempo ce la mette tutta per tenerci lontano dalle spiagge, molti hanno optato per la montagna. Per gli amanti della natura e dell’escursionismo la montagna è ben più di un’alternativa al mare. Anche una semplice passeggiata nel bosco offre infatti l’occasione per un “faccia a faccia” con flora e fauna del tutto insolita, almeno per chi è abituato
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Oggi, la giornata in cui anche Google ci ha ricordato il 40° compleanno del nostro mitico cubo, ci è sembrata quella adatta per chiudere la nostra rassegna sulla sua risoluzione. Dove eravamo rimasti? Primo strato? Fatto! Secondo strato? Fatto! Terzo strato? Lo avevamo iniziato, giungendo a costruire il cosiddetto “pavimento giallo”: ricordate? Manca quindi l’ultima importantissima operazione: sistemare angoli e spigoli, dopodiché avremo finalmente
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Dopo aver risolto il primo e il secondo strato del cubo di Rubik… inizia il bello! Il terzo strato, infatti, è il più antipatico: richiede diversi passaggi ed è importante mantenere la concentrazione… e la calma! Il nostro consiglio è porsi degli obiettivi intermedi; in questo modo, se qualcosa non va non dovremo ricominciare daccapo, ma dall’ultimo passaggio “giusto”. Ciascun obiettivo richiede attenzione e
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Guida alla risoluzione del secondo strato Dopo aver risolto il primo strato del cubo di Rubik nella prima parte, procediamo con il secondo strato. Ricordiamo che il primo strato è stato completato con il colore BIANCO. Cosa facciamo ora? 1. Per prima cosa giriamo il cubo, in modo che lo strato risolto rimanga sotto: quello ormai è fatto e non ci penseremo più. 2.
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Chi ha provato almeno una volta a risolvere il cubo di Rubik può capire perché rientri fra i cosiddetti rompicapo. Si tratta infatti di un gioco che richiede logica e strategia da parte del risolutore, il tutto per raggiungere un obiettivo ben preciso: fare in modo che ogni faccia del cubo mostri un solo colore. Facile da spiegare, ma un po’ meno da realizzare.
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Anche oggi vi proponiamo un esperimento, anzi, vogliamo raccontarvene uno che abbiamo fatto noi dopo aver letto i risultati di una ricerca scientifica molto curiosa. Riguardava la tecnica migliore… per far zuppetta con i biscotti! Qualcuno starà sorridendo: serve davvero una tecnica per compiere un’operazione così semplice? Beh, nessuno ci vieta di improvvisare, ma le accurate ricerche del fisico Len Fisher, uno stimato ricercatore
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